Costi fissi in bolletta: stai pagando anche quando non consumi nulla?

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Parlare di costi fissi in bolletta è diventato sempre più urgente per famiglie, piccoli imprenditori e consumatori attenti che cercano di capire davvero dove finiscono i propri soldi.

Molti guardano solo ai consumi, ma la verità è che una parte consistente dell’importo che paghiamo ogni mese non dipende affatto da quanta energia utilizziamo.

I costi fissi in bolletta rappresentano spesso una voce silenziosa ma costante, che incide anche quando i consumi sono vicini allo zero.

Capire cosa includono questi costi fissi, come si calcolano e quali differenze ci sono tra luce e gas è fondamentale per prendere decisioni informate e magari cambiare fornitore con maggiore consapevolezza.

Cosa si intende per costi fissi in bolletta?

Quando ricevi la bolletta, potresti pensare che l’intero importo sia legato al tuo consumo effettivo di gas o elettricità.

In realtà, non è così.

I costi fissi in bolletta sono quelle spese che paghi a prescindere da quanto consumi.

Restano invariati anche se lasci il contatore acceso ma non utilizzi l’energia.

Per esempio, chi possiede una seconda casa o un immobile disabitato spesso si ritrova a pagare cifre considerevoli anche in assenza di consumo, proprio a causa dei costi fissi.

Quali voci rientrano nei costi fissi?

Nel caso della bolletta elettrica, i costi fissi possono includere:

Quota fissa di trasporto e gestione del contatore
Quota fissa per la commercializzazione e vendita
Oneri generali di sistema (una parte è fissa, una parte variabile)
Canone Rai (quando incluso)

Nel caso del gas, invece, troviamo:

Quota fissa distribuzione
Quota fissa per il servizio di vendita
Oneri aggiuntivi

Perché i costi fissi in bolletta sono così controversi?

Immagina una casa con contratto da 6 kW di potenza impegnata, ma abitata solo d’estate.

Il resto dell’anno, i consumi sono vicini allo zero, ma le bollette continuano ad arrivare con importi tutt’altro che simbolici.

È proprio in casi come questo che i costi fissi in bolletta diventano un problema reale.

Anche le famiglie a basso reddito si trovano in difficoltà, perché le misure di supporto (come il bonus sociale luce e gas) spesso intervengono solo sulla componente energia e non sui costi fissi.

Quanto pesano davvero i costi fissi in bolletta?

La quota dei costi fissi in bolletta può arrivare a superare il 30-40% del totale, soprattutto per chi ha consumi bassi.

In alcune simulazioni reali su contatori da 3 kW con utilizzo minimo, i costi fissi arrivano a incidere per oltre il 50% del totale della bolletta.

Questo significa che, anche se spegni tutto e non usi l’elettricità o il gas, paghi comunque.

I costi fissi cambiano in base al fornitore?

Sì, anche se in parte.

I costi fissati da ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) sono uguali per tutti i fornitori nel Servizio di Maggior Tutela.

Ma nel mercato libero, ogni azienda può impostare le proprie tariffe, comprese le componenti fisse.

Per esempio, alcune offerte di Enel Energia, Eni Plenitude o Illumia prevedono costi fissi più alti o più bassi, a seconda del tipo di contratto.

Ecco perché è fondamentale leggere bene le condizioni economiche dell’offerta.

Costi fissi in bolletta e seconda casa

Possiedi una seconda casa o un’abitazione in montagna usata solo per le vacanze?

Allora sai bene quanto siano fastidiosi i costi fissi in bolletta.

In questi casi, si paga per il solo fatto di avere un contatore attivo, anche se non viene consumata energia.

È qui che conviene valutare attentamente la potenza del contatore, e magari ridurla temporaneamente a 1,5 kW per abbattere i costi.

Come ridurre i costi fissi in bolletta?

Anche se non è possibile eliminarli del tutto, esistono alcuni accorgimenti utili per ridurre il peso dei costi fissi in bolletta:

1. Valuta la potenza del contatore

Se non hai bisogno di molta energia, puoi chiedere una riduzione della potenza impegnata.

Questo abbassa automaticamente alcune voci fisse, come la quota potenza.

Scopri di più nell’articolo dedicato ai costi fissi contatore 6 kW.

2. Confronta più offerte nel mercato libero

Non fermarti alla prima proposta.

Confronta attentamente le condizioni economiche, soprattutto le componenti fisse mensili.

3. Disattiva il contatore se non lo usi

Per immobili inutilizzati, la disattivazione del contatore (se non serve più per molti mesi) può azzerare totalmente i costi.

4. Controlla l’incidenza dei costi fissi su luce e gas separatamente

Alcuni utenti scoprono che i costi fissi della bolletta gas sono più alti rispetto a quelli della luce.

Analizzare separatamente le due forniture può aiutare a capire dove intervenire.

Qual è il futuro dei costi fissi in bolletta?

ARERA sta lavorando per rendere le bollette sempre più trasparenti.

Ma i costi fissi in bolletta resteranno, perché servono a coprire spese infrastrutturali, distribuzione, gestione e altri oneri di sistema.

La sfida sarà rendere queste voci più comprensibili e più eque, soprattutto per chi consuma poco.

Conclusione

I costi fissi in bolletta non sono un dettaglio trascurabile.

Rappresentano una componente fondamentale da analizzare per chi vuole davvero risparmiare.

Essere informati significa avere il controllo della propria spesa, evitare sorprese e fare scelte consapevoli, magari con l’aiuto di un consulente esperto.

Puoi approfondire anche le voci relative ai costi fissi in bolletta nel dettaglio per capire dove finisce ogni euro.

Per altri consigli, analisi e guide sul mondo dell’energia, continua a seguire il blog.

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